- Racconti da Plutone -

(da Celeste Korsholm)
Lao-Tzu, Membro del Concilio Planetario di Plutone

Introduzione

Il primo contatto con il Concilio Planetario fu nel 1991. Ebbi un incontro, con il mio corpo astrale, con questi dodici magnifici maestri ascesi. Essi regolano i Corpi del nostro sistema solare e lavorano per l’ascensione della nostra famiglia di pianeti. (Di seguito la lista completa dei dodici Membri del Concilio Planetario, con le loro funzioni).

Ho avuto molte informazioni sulla storia ed il destino del nostro sistema solare. I nostri pianeti sono simili ad università, dai quali gli esseri umani evolvono. Venendo dalle sorgenti di vita, decidiamo di vivere la densità della materia, ed entriamo attraverso le porte stellari. Lira, Orione, Sirio e le Pleiadi, sono esempi di cancelli interdimensionali, dove le nostre alte frequenze di Luce, gradualmente decrescono, per prepararci alla vita densa nella terza dimensione.

Sulla via che porta dentro o fuori di questo sistema solare, tutto deve passare attraverso La Scuola di Saturno. Qui, si possono sentire le vibrazioni di tutti gli altri pianeti. Alcuni scelgono di tornare nelle alte frequenze, altri scelgono di rimanere per eoni in questo sistema solare. La maggior parte degli esseri vivono le frequenze e le caratteristiche dei pianeti e le integrano. Nel 1993, rappresentanti di ogni pianeta iniziarono a raccontarmi "Racconti dai Pianeti". Queste sono esperienze di prima mano, riguardo l’evoluzione dei pianeti. Il primo di questi racconti è stato "Racconti di Giove", poi Croesus con "Racconti di Marte", il terzo gruppo di storie da Quetzalcoatl da Urano, Lao-Tzu, il membro del Concilio Planetario che rappresenta Plutone, inizia questa serie con "Racconti da Plutone".

Poco si sa, attualmente, di Plutone. Come tutti gli altri pianeti, è conosciuto come un dio Romano. Nella mitologia romana, Plutone era il figlio di Cronos ed il fratello di Zeus e Poseidone. Il mondo venne diviso tra i tre fratelli, Giove prese i cieli, Nettuno il mare. Il mondo sotterraneo cadde a Plutone. Quando la Luna di Plutone venne scoperta nel 1977, venne chiamata Caronte, continuando la tradizione di scegliere nomi dalla mitologia romana. Caronte traghettò le anime della morte nel fiume Styx per portarli all’entrata dell’Hades.

Plutone non è come gli altri pianeti. All'inizio della vita del sistema solare, miliardi di particelle formarono i pianeti. Quelli interni del sistema furono formati da roccia fusa e metalli pesanti condensati, lasciando gli elementi chimici leggeri come i liquidi o i gas. I pianeti esterni del sistema, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, diventarono giganti di gas, a temperatura freddissima e la bassa pressione formò grandi agglomerati di idrogeno, elio, e altri gas.

Plutone è molto diverso dai pianeti esterni. E’ molto piccolo, circa la massa della nostra Luna, così piccolo da poter essere un satellite, Plutone, nella sua orbita. Somiglia più ad una cometa che a un pianeta. Alcuni astronomi sostengono che Plutone provenisse dalla Nube di Oort, un cumulo di detriti proprio fuori del nostro sistema. Questo è confermato dal Concilio Planetario. L’orbita del pianeta dura 248 anni ed è stranamente ellittica, qualche volta all’interno e qualche volta all’esterno di Nettuno. Il Sole dista da 2,8 a 4,6 miliardi di chilometri e sembra una testa di spillo, vista dalla superficie di Plutone. Durante i suoi anni di perielio, è sufficientemente caldo per avere una atmosfera di metano. In altre stagioni, è una distesa gelata a 72 gradi sotto zero. Plutone è composto per la maggior parte di acqua ghiacciata. La sua bassa gravità permette magnifiche scogliere di ghiaccio e caverne sviluppate in superficie.

Plutone venne scoperto nel 1930 da Clyde Tobaugh, Arizona. Cercavano il "Pianeta X", il nono pianeta, che si credeva orbitasse all’esterno del sistema solare. La scoperta del piccolo Plutone non giustificava le stranezze orbitali di Urano e Nettuno. Gli scienziati stanno ancora cercando il misterioso "Pianeta X". Più gli astronomi imparano sul nostro sistema solare, più sanno che la sua storia è stata estremamente violenta. Il "Big Bang" fu solo l’inizio. Eventi catastrofici spostarono Urano nel suo asse, causando la bizzarra orbita di Plutone, creando la fascia di asteroidi. Sul nostro pianeta, gli scienziati possono documentare otto cambiamenti completi di Poli. Gli antichi Maya, gli Aztechi, e le leggende degli indiani Hopi, descrivono le devastazioni di quattro precedenti mondi, dal fuoco, dalle inondazioni e dai cambiamenti dei Poli. La storia della Bibbia di Noè narra di grandi inondazioni, che coprirono il mondo intero. Edgar Cayce il "Profeta dormiente" parlò del continente sommerso di Atlantide. La Terra e tutti gli altri pianeti sono stati periodicamente devastati da violenti cicli di distruzioni.

Apollo, il dio greco del Sole, spiegò che la Fenice (il pianeta Nibiru) è la causa di molte di queste turbolenze. Molte antiche civilizzazioni hanno leggende che riguardano La Fenice. I cinesi, sumeri, egizii, aztechi, tutti hanno delle favole, sul favoloso uccello che periodicamente risorge dalle sue ceneri, rinasce in un nuovo ciclo di vita. La Fenice è universale, simbolo archetipo di trasformazione e rinascita. La leggenda della Fenice si basa su memorie di eventi reali, che accaddero periodicamente nella storia. Apollo spiegò che La Felice è il nome di un decimo, ancora non scoperto pianeta, del nostro sistema solare. Questo pianeta ha un’orbita di 3600 anni, è all’angolo destro, del piano di tutte le altre orbite dei nostri pianeti. Quando è visibile dalla Terra, può essere osservato nell’Emisfero Sud della Costellazione della Fenice. Un punto vicino al Sole, o perielio, nella fascia degli asteroidi tra Giove e Marte.

Come il nome mitologico, il pianeta Fenice porta sia distruzione che creazione, morte e rinascita. Non ha mai urtato gli altri pianeti, ma il suo poderoso campo magnetico può essere pericoloso. Quando gli altri pianeti sono nella parte lontana del Sole, La Fenice può causare danni al sistema solare. Altre volte, La Fenice, passò molto vicino ai pianeti e causò molti disastri. La Fenice è il "Pianeta X", l’elemento sconosciuto che gli astronomi cercano, per spiegare le anomalie del sistema solare. La sua parte nella storia della formazione di Plutone, è spiegata nel racconto.

Altre maggiori influenze originate fuori dal sistema solare. Periodicamente, gruppi di esseri dalle altre Stelle, atterrano sui nostri pianeti. Rifugiati da guerre galattiche, che cercano una nuova casa, o guerrieri in cerca di conquiste, hanno invaso il nostro spazio nel passato. Alcuni di questi viaggiatori spaziali sono altamente evoluti. Altri sono ribelli, costretti a lasciare i propri pianeti. Tutti portano con loro la propria forza o la propria debolezza. Hanno creato e hanno distrutto. Come la feccia della società inglese venne esportata, per popolare il nuovo continente dell’Australia, gli emigranti di questo sistema, furono forzati ad adattarsi o morire su altri pianeti. Alcuni ebbero l’opportunità di cambiare, si svilupparono, divenendo leader responsabili del loro nuovo mondo.

Uno di questi esseri fu Cronos. Lui e la sua famiglia-gruppo di rifugiati, venne nel nostro sistema solare da Orione. Più di chiunque altro, egli è il fondatore del pianeta Plutone. La storia di Cronos è raccontata da uno dei suoi amici, Caronte, nel primo "Racconto da Plutone". Il secondo racconto è di Ranya, una guerriera proveniente da Maldek, (un pianeta che orbitava tra Marte e Giove, che poi si è autodistrutto). Lei da’ una personale prospettiva dei giorni finali di Maldek. Cronos continua a descrivere le loro avventure, per creare un nuovo pianeta come una colonia penale per i sopravvissuti di Maldek. "Racconti da Plutone" è completato da Lao-Tzu, il filosofo taoista cinese incarnato nel 550 A.C. ed è rappresentante di Plutone al Concilio Planetario.


IL RACCONTO DI CARONTE

La nostra storia comincia con una guerra tra forze polarizzate di Luce ed Ombra. La sua ombra ha ammantato la nostra intera galassia e oltre. Ci fu divisione ovunque per ideologie diverse. Quelli che scelsero di servire il Piano Divino, si divisero da quelli che servivano il proprio interesse. Nella galassia Via Lattea, le civilizzazioni dedicate alla Sorgente Unica, si opposero agli invasori. Il nostro pianeta di origine, Styx, nel sistema stellare di Orione, scelse di servire le forze dell’Ombra.

Le condizioni su Styx peggiorarono. La nostra razza, indipendente, autorealizzata, si estremizzò. La fede in una libera volontà dell’individuo e la filosofia che "il potere rende giustizia" portarono ad una totale rottura della nostra società. A causa di gruppi battaglieri, all’inizio molto piccoli, le condizioni di vita peggiorarono. L’ostilità aumentò su tutto il pianeta. L’indipendenza da tutto ciò che è all’esterno dell’essere, incluso il potere spirituale, era considerata debolezza. Si era creata una situazione di sospetto. Così nessuno poteva aver fiducia in un altro. Soltanto mia madre, Demeter, sembrava immune da tutta quella paranoia. All’insaputa degli uomini della nostra tribù, mantenne una profonda amicizia con un’altra donna, Kore. Queste due indomabili donne tennero unita la nostra famiglia. Furono le uniche che pensarono di scappare da Orione. Non dicendo nulla, pianificarono una fuga con una piccola nave intergalattica, per cercare una nuova vita in qualche altro pianeta. Aspettarono fino all’ultimo per presentare il loro piano di fuga ai loro mariti. Sapevano che gli uomini avrebbero lasciato Styx solo se non avessero avuto altra scelta. E finalmente venne quel giorno. Reclutanti, con il mondo che si stava sbriciolando intorno a loro, gli uomini accettarono i piani di fuga delle due donne. Così queste due famiglie, stipate nella piccola nave spaziale, con a bordo i loro residui averi, azzardarono questo viaggio nello spazio. Era come se una famiglia di Vikinghi affrontasse l’inverno glaciale con una barchetta, per attraversare il Nord Atlantico. Non sapevano assolutamente dove andare. Semplicemente andavano avanti, un giorno dopo l’altro nello spazio.

Durante quel lungo volo, la convivenza diventò difficile, arrivarono quasi ad un punto di rottura. Il clima divenne quasi intollerabile. Le uniche che rimasero estremamente forti furono le due donne, che cercavano di tenere uniti tutti, con la loro forza. Il loro reciproco amore dava una stabilità emotiva, che agli uomini mancava. In quelle condizioni difficili, scelsero di avere altri figli. La loro amicizia dava la forza di sopravvivere, di superare le frizioni che c’erano tra gli uomini. Il costante affetto delle nostre madri cominciò ad irradiarsi anche ai nostri padri. I due uomini superarono i loro disaccordi ragionando, e alla fine divennero amici. Fortunatamente, Cronos ed io, Caronte, eravamo amici, fratelli. Eravamo nati durante il volo. Fin dall’inizio ci sentimmo fortemente uniti. Cronos era più vecchio di me solo di poche ore, e fu sempre il leader fra noi. Sembrava avere ereditato il meglio da ambedue i genitori. Aveva la forza del padre ed il cuore della madre. Con la sua mente brillante, creava complicati giochi, che ci impegnavano per settimane. Mi meravigliavo della sua abilità di far ridere tutti e della sua allegria. Molte volte la velocità di pensiero di Cronos, ci salvò dalle punizioni dei nostri genitori. C’è un altro lato di Cronos, che alcuni non hanno mai compreso. Al di la del suoi modi semplici, c’era una fortissima volontà. Una volta deciso che voleva qualcosa, non desisteva mai. Pianificava pazientemente fino a che non riusciva a raggiungere i suoi scopi.

Dopo anni di navigazione giungemmo in questo sistema solare. I nostri scanner videro che c’era vita intelligente. Esausti contattammo il pianeta più esterno, La Fenice. Prendemmo contatti e chiedemmo il permesso di atterrare. Una volta accordato esclamammo: "Urrah! abbiamo trovato un rifugio". Cronos ed io eravamo giovani uomini quando atterrammo su La Fenice. Ci acclimatammo il più velocemente possibile al nuovo pianeta. L’adattamento venne più facilmente per noi, giovani generazioni, rispetto agli anziani, che avevano già dovuto adattarsi molte volte nella loro vita, e quindi si trovarono sempre più isolati, stranieri in una strana terra. La testarda indipendenza di Cronos resistette ad ogni modifica dei vecchi modi di pensare.

Per Cronos e me è stato tutto più facile. Ci adattammo velocemente. Cronos particolarmente sembrava stimolato dalle nuove idee e nuove cose da imparare. Trovò dei posti di lavoro per noi nel comando intergalattico. Tutti quegli anni di navigazione sicura, attraverso i mari dello spazio della nostra famiglia, fu di grande aiuto in questo nuovo lavoro. Negli anni successivi, Cronos ed io viaggiammo attraverso il sistema solare, con missioni diplomatiche segrete. Vidi sviluppare pubbliche relazioni con molta gente influente. Cronos aveva un genio particolare per ascoltare attentamente, fino a trovare un punto in comune, tra fazioni opposte, costruendo un consenso, e una base per un accordo. La sua reputazione di mediatore discreto e sicuro crebbe.

La Fenice orbitava vicino al Sole in quel tempo. Tutte le forze del pianeta erano concentrate alla preparazione del suo potenziale pericoloso viaggio. C’era molto da fare. Tutti dovevano coordinare gli sforzi, per assicurare un sicuro passaggio per La Fenice, vicino agli altri pianeti. Al perielio, il punto più vicino al Sole, La Fenice si avvicinò a Marte, Maldek, e Venere. Maldek aveva una situazione particolare a causa della lunga guerra nucleare. La struttura interna di Maldek era compromessa, e l’intero campo di forza magnetica era sbilanciata, e l’avvicinarsi di La Fenice poteva farlo esplodere. E questo avrebbe provocato conseguenze anche per gli altri pianeti. Qualcosa doveva essere fatto.

Un ultimo tentativo di fermare la guerra su Maldek venne fatta dal Concilio Planetario. Il Concilio sapeva che Cronos era l'uomo adatto per tentare una soluzione alla crisi di Maldek. Qualche tempo prima, Cronos aveva dato un suo piano, al Concilio Planetario, ma l’idea originale si dimostrò impraticabile. Scoraggiato, continuò a lavorare e poco per volta limò la sua proposta. La situazione si deteriorava sempre più sul pianeta e il Concilio Planetario decise di mandare Cronos. Andammo a Maldek, giù attraverso le nere nubi, tra la battaglia. Cronos mise tutta la sua considerevole influenza, per convincere i capi delle forze della Luce e dell’Ombra a negoziare. Tutti accettarono di vedere Cronos, ma rifiutarono di incontrarsi insieme. Così si fecero due conferenze separate.


IL RACCONTO DI RANYA

Io sapevo che non potevamo continuare a lungo. La nostra situazione su Maldek era critica. Al momento, Io, Ranya, ero il comandante maggiore delle forze della Luce di Lady Athena. Ricevetti l’ordine dal quartier generale di incontrare un ambasciatore del Concilio Planetario. Cronos, proveniente da La Fenice. Ci andai, come ordinato, solamente per una cortesia verso il Concilio Planetario. Le mie istruzioni da Athena, erano di calmare l’ambasciatore e di liberarmi di lui. Da tempo immemorabile Maldek era guidato dalle donne. Come le Amazzoni della mitologia greca, le donne erano quelle che prendevano le decisioni, le attive, creative, i capi della nostra società. I nostri uomini erano gentili e amorevoli, noi lasciavamo i nostri bambini alle cure del sesso debole, gli uomini.

Ero un soldato. Mi sono addestrata, ho imparato ad ubbidire, e quindi a dare ordini. Ero molto abile a risolvere i problemi, prendere le decisioni, i rischi calcolati. Allo stesso tempo, non potevo tollerare indecisioni e non avevo pazienza per la parte gentile della vita. La nostra vita andava avanti armoniosamente. Ad un certo momento, vennero uomini aggressori da un altro sistema stellare. Decisero di eliminare le donne capo e di mettersi al loro posto. Molti della nostra gente scelsero di non resistere a questi conquistatori primitivi ed emigrarono in altri pianeti o, accettarono passivamente i nuovi capi. Il resto di noi decise di rimanere e lottare. Athena è stata uno dei leader che rimasero, per amore della verità, della giustizia e delle tradizioni. Lei e le sue seguaci, inclusa me, credevano totalmente nella giustezza della nostra causa. Preferivamo piuttosto lottare e morire che arrenderci.

Durante gli ultimi giorni della battaglia su Maldek, io persi moltissimi componenti del mio equipaggio. Il mio cuore era spezzato dal dolore. Erano cari a me quanto me stessa. Li ho visti morire, uno dopo l’altro. Anche io volevo morire. Non mi curavo affatto della mia sicurezza e accettavo ogni compito, senza guardare ai rischi. Tutto quello che volevo era uccidere ed essere uccisa. Così ho continuato fino all’ultimo. Gli altri intorno a me cadevano, ma io credevo di essere invincibile. Quando ricevetti l’ordine di rappresentare le forze della Luce, in un incontro con l'ambasciatore del Concilio Planetario, obbedii immediatamente. Nonostante fosse uomo, l’ambasciatore Cronos mi impressionò. Qualcuno scattò nella mia mente. Lo ascoltai attentamente, a dispetto di me stessa.

Il piano di Cronos era di dividere Maldek in due territori uguali, tra le forze di Luce e dell’Ombra. Ogni parte di ciascuno doveva essere controllata da tre satelliti. Questo avrebbe creato un bilanciamento dei poteri tra noi, cercando una pacifica coesistenza. Era interessante, avrei voluto prendere in considerazione il piano di Cronos, ma i miei ordini erano altri. Era troppo tardi per compromessi tra le due forze. Se anche doveva crollare tutto il sistema solare. Bene. Così sia. Gli ho dato la mano: "No. Niente da fare!" e me ne sono andata. Cronos si preparò a lasciarci. Fino all’ultimo momento mi disse: "Se cambi idea, sarai sembra benvenuta sulla mia nave: "Il Plutone". Per quanto mi sarà possibile, io ti aspetterò nelle vicinanze della luna più esterna di Maldek. Buona fortuna". Gli strinsi la sua mano in un ultimo saluto, non dicendo nulla. Mi avrebbe aspettato invano.

Le nostre forze misero tutto quello che avevano, nell’ultima battaglia. Tutte le nostre navi, armi e personale, in un disperato tentativo di vincere il nemico. Non avevamo più nulla di riserva. Alla fine, un’enorme esplosione, iniziò una reazione a catena che velocemente investì tutto il pianeta. In quel momento mi trovavo nella mia nave nell’atmosfera esterna. L’esplosione mi portò fuori nello spazio. Guardai perplessa tutto questo. Maldek si era disintegrato. Tutto era finito. In questa situazione estrema, venni contattata dalla nave di Cronos. Non risposi perché non potevo. La fine del mio mondo era stato troppo, per essere accettata dalla mia mente cosciente. Trovai rifugio in un catatonico stupore. Non ero cosciente quando l’equipaggio di Cronos prese l’iniziativa di prendere la mia nave-combattente, a bordo della nave interplanetaria. Infatti, non seppi nulla per molti mesi. Quando lentamente tornai alla coscienza, non ricordavo nulla. E’ servito molto tempo per comprendere tutte le piene ripercussioni della distruzione di Maldek. Ma nel momento di quella realizzazione, io non vivevo su una nave spaziale, ma su un nuovo pianeta. Mi svegliai ad una nuova vita. su un nuovo mondo.


IL RACCONTO DI CRONOS

Vidi questi eventi cosmici da un punto favorevole, fuori dallo spazio. Come promesso "Il Plutone" aspettò nelle vicinanze della luna più esterna di Maldek, per raccogliere eventuali sopravvissuti. Vidi il pianeta La Fenice vicino Maldek. Sapevo che i guerrieri di Maldek erano troppo assorbiti nella loro guerra, per notare il suo avvicinarsi. Il forte magnetismo del pianeta La Fenice, più le esplosioni nucleari sulla superficie, più le attività sismiche sotterranee, tutte queste cose combinate insieme, causarono una gigantesca esplosione. Maldek si polverizzò. Pezzi del pianeta volarono in tutte le direzioni, come vetro esploso. Quando la situazione si stabilizzò, Maldek non esisteva più. Il pezzo più grande del pianeta andò in una nuova orbita diventando la Luna. Marte fu spostato in un’orbita più esterna, perse la sua atmosfera e l’acqua di superficie, diventando una distesa gelata. Venere fu spostata in un’orbita più interna, divenendo una fornace accesa. Alcune parti di Maldek vennero catturati nelle orbite dei pianeti esterni, Giove, Urano e Nettuno.

Nel frattempo, il mio equipaggio ed io demmo assistenza ai sopravvissuti come meglio potemmo. Rischiammo le nostre vite. Ranya fu solamente una dei molti rifugiati che non avevano più posto dove andare. Prendemmo tutti a bordo. Le forze della Luce e quelle dell’Ombra, non importava, per noi erano tutti uguali. Mantenni la promessa che feci ad ambedue le forze, mantenermi vicino alla luna più esterna di Maldek. Poi, alla fine, con i sopravvissuti, tornammo sulla Fenice. Durante il viaggio su La Fenice, ebbi la possibilità di studiare i sopravvissuti di Maldek. Erano proprio distrutti. Per molti di loro ci sarebbero voluti molti anni di ricostruzione fisica e psichica. Volevo cercare di tirare fuori qualcosa di buono da questo disastro. Credevo fosse possibile portare le due forze opposte insieme, in una società bilanciata. Questa gente poteva essere motivata per lavorare insieme, invece di stare l’uno contro l’altro, il miracolo poteva essere fatto.

Per la prima volta, cominciai a pregare l’Unica Sorgente per aiutarmi. Le mie origini di Orione non mi consentivano queste suppliche, ma non mi importava. Era qualcosa che volevo con il mio cuore. Sin da allora sapevo che non potevo riuscirci da solo, cominciai a pregare. Promisi che avrei servito l’Unica Sorgente con tutto me stesso, se il mio sogno si fosse realizzato. Presto sentii una profonda pace nel mio cuore. Sapevo che qualcosa avrebbe dato una risposta alle mie preghiere.

Su La Fenice il nostro arrivo non venne accolto bene. Nessuno voleva i responsabili di quel caos creato nel sistema solare. Fui sorpreso della velocità con la quale la mia proposta venne accettata. Avevo concepito un piano per isolare i superstiti di Maldek dal resto della società. Era mia intenzione cercare un nuovo pianeta e utilizzarlo come colonia penale, per questa gente abbattuta. Speravo di ottenere tra le due forze estreme della Luce e dell’Ombra, un’unione di bilanciata armonia degli opposti. In un lampo, il mio piano fu approvato. Tutto il personale e il materiale necessario per questa missione fu presto pronto. Ci spedirono via, in fretta e furia, prima che cambiassimo idea. Con i sopravvissuti della guerra di Maldek, alcuni seguaci locali, e con il mio amico Caronte, partimmo per un’altra avventura. Era ul tempo perfetto per colonizzare un nuovo pianeta. C’erano molte possibilità. Pezzi di Maldek, comete, e detriti di tutti i generi, vagavano nello spazio. Il Concilio Planetario ci proibì di atterrare in pianeti abitati. Dovevamo trovare un pezzo di roccia disabitata.

Per un po’, considerammo uno dei pezzi più larghi, Tritone. Non ci andammo per varie ragioni. Primo. Volevamo un pianeta con una sua orbita. Invece Tritone aveva un’orbita intorno a Nettuno, era off-limits per noi. Secondo, non eravamo sicuri che il nostro equipaggiamento fosse adatto per qualcosa di immenso come quel pianeta. Volevamo qualcosa di piccolo e maneggevole. Quando la nostra nave si avvicinò la Nube di Oort, il circolo di detriti gelati che orbita intorno al sistema solare, dovevamo decidere velocemente. Le nostre possibilità di scelta diminuivano ad ogni momento. Finalmente scegliemmo uno spiacevole pezzo di roccia. Era una piccola cometa di ghiaccio. Usammo la nostra grande nave spaziale per rallentare la velocità del pianetino, a sufficienza per liberarlo dalla forza magnetica del pianeta La Fenice. La cometa iniziò a tremare e agitarsi. Pezzi di terra si rompevano intorno a noi e andavano nello spazio. Si sarebbe tenuto insieme? Scelsi questo momento per pregare a voce forte: "Oh Dio! Aiutaci!". Caronte mi guardò come se fossi matto. "Prega anche tu!" ordinai. "Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti". E dissi: "Dio! ti prometto di costruire un tempio se ci aiuti adesso!". Ero disperato a sufficienza per tentare tutto. Bene, Dio deve aver sentito le nostre preghiere. Il nostro nuovo pianeta rallentò nella nuova orbita come un bimbo che fa il suo primo passo. La nostra nave presto si stabilizzò. Potevamo respirare di nuovo. "Congratulazioni! Ce l’abbiamo fatta. Benvenuto pianeta Plutone".

Dopo questo momento di eccitazione tornai sobrio. I nostri problemi erano solo all’inizio. Tutta la nostra intelligenza e le nostre risorse sarebbero state severamente testate nei giorni a venire. A dispetto della promessa, non potei costruire quel tempio per un tanto tempo. La prima cosa da fare era stabilire una base. Tutti dovevano contribuire alla sopravvivenza. I superstiti di Maldek dovettero essere riaddestrati e riprogrammati. Con il costante duro lavoro come terapia, avevano poca voglia per discussioni filosofiche. Importava sempre meno se, su Maldek, avevano servito per le forze della Luce o quelle dell’Ombra. Superammo crisi su crisi tutti insieme. Gradualmente, le avversità si dimenticarono, e si creò un clima di amicizia. Il mio sogno di creare una nuova civilizzazione dai resti di Maldek divenne realtà.

Dio sembrò comprendere il ritardo nella costruzione del suo tempio. Sapevo che confidava in me per mantenere la mia promessa, perché io avevo preso a parlare con lui regolarmente dentro di me. Così quando le maggiori necessità della colonizzazione del nuovo pianeta vennero superate, cominciai a costruire il tempio. Pensavo di costruirlo per mantenere la mia promessa. Poco per volta divenne molto importante per noi. Piu’ di ogni altra cosa, il tempio divenne una delle nostre piu’ grandi benedizioni. Il tempio crebbe naturalmente, passo dopo passo, come un fiore. Divenne un centro di Luce per l’intero pianeta. Dall’esterno, sembrava come una struttura di cristallo di ghiaccio. Sette cerchi concentrici con al centro un’ardente luce bianca. Archi traslucenti riflettono i colori dell’arcobaleno. Per primo si entra nel cerchio rosso. Una volta acclimatato su questa frequenza, si va al secondo cerchio arancione. Poi viene il cerchio giallo, quindi il verde, il blu, l’indago, ed il violetto. Ogni anello emana una frequenza sempre piu’ alta. Colore dopo colore, anello dopo anello, la coscienza è aumentata in sempre piu’ alta realtà di perfezione. La negatività è liberata e vecchie cicatrici sono guarite.

La frequenza piu’ alta vibra nel centro di luce bianca. All’inizio, solamente io Cronos, potevo andare nel centro del tempio. Nel mio entusiasmo per mostrare questa esperienza, ho detto a Caronte di entrare nella luce bianca. Non capivo che lui non era emozionalmente e energicamente pronto per entrarvi. Guidò se stesso nella luce bianca. Ebbe un violentissimo shock e collassò di paura. Lo tirai fuori giusto in tempo. Inavvertitamente, avevo causato grande angustia al mio vecchio amico. Occorsero molti anni di cure per rimetterlo in buona salute.

Capii che ci voleva una preparazione prima di poter ricevere i benefici del tempio. Nessuno poteva essere forzato ad andare nella Luce contro la sua libera volontà. Fu una lezione mai dimenticata.

Alla fine, la maggior parte della gente si è evoluta, cosicché poterono entrare nelle alte frequenze della luce bianca. Questa diretta comunicazione con Dio è difficile da descrivere. Parole come "beatitudine assoluta", "amore incondizionato", o "coscienza cosmica" sono spiegazioni inadeguate. Tutte le limitazioni di sentirsi separati scompaiono. Ogni problema si dissolve in un sovrastante senso di pace e unità con la Sorgente. Tornando indietro dal santuario interno, andando attraverso i cerchi colorati in ordine inverso, gradualmente si ritorna alle frequenze dense ed alle sfide del mondo esterno. Del tempo speso con la Sorgente dentro il Tempio dell’Arcobaleno, beneficiarono non solo gli individui, ma anche l’intera società. Armonizzò le opposte fazioni, bilanciandole. Trasformò gli incorreggibile in compagni cooperativi. Contro tutte le previsioni, noi diventammo UNO.


LE CONCLUSIONI DI LAO-TZU

Io, Lao-Tzu, sono un prodotto dell’esperienza di Plutone. Quando sono vissuto in Cina intorno al 650 A.C., non ho mai dimenticato le origini del mio pianeta di origine. La saggezza avuta dall’esperienza di Maldek e Plutone, mi aiutarono a superare grandi ostacoli nella mia incarnazione fisica sulla Terra. Dalle mie pesanti origini, mi sono evoluto in una filosofia molto importante nella corte dell’impero. Io capii dall’età giovanile di poter parlare direttamente con Dio, come facevamo nel tempio di Plutone. Seppure i miei seguaci non comprendessero realmente quello che erano i miei insegnamenti, cercarono di costruire una filosofia basata sulle mie teorie. Io fui falsamente accreditato per essere il creatore del Taoismo. Costruirono false storie su di me, misero i loro pensieri sulla mia bocca, e distorsero le mie idee con una filosofia di fatalismo passivo.

Credo che bisogna cercare Dio dentro di noi stessi, non come una scappatoia dal mondo, ma un piu’ effettivo modo di risolvere le sfide della vita. Mi sono ritirato dai conflitti della vita, per focalizzare l’unione con la Sorgente Unica. Presto potei tornare ad affrontare i problemi con nuovi modi creativi. I miei seguaci videro solo la parte del ritiro dalla vita della mia filosofia. Non compresero mai che le alte coscienze possono essere la sorgente di cambiamenti effettivi nel mondo.

Negli insegnamenti plutoniani, andando verso il Tempio dell’Arcobaleno dello Spirito si focalizza la calma, unione pacifica con Dio che sospende ogni giudizio. Questo senso di beata nullità deve essere vista sopra ogni cosa. E’ al di la delle parole perché tutte le attività mentali fermanoo il punto di unione. Quelli che non hanno sperimentato questo alto stato di coscienza lo trovano incomprensibile. Quelli che hanno avuto questa unione, non possono descriverla ad altri. Sanno solamente che, come uno emergere da questa estasiatica fusione, ha una nuova prospettiva su tutte le cose. Questa coscienza cosmica diventa la sorgente di nuove idee creative per la vita di tutti i giorni.

I miei seguaci mi onorarono, personalmente, invece di seguire il mio esempio. Non potei insegnare agli altri quello che avevo capito per me stesso. Per questa ragione, decisi di lasciare la corruzione della corte. Non prendendo nulla e non lasciando nulla di scritto. Mi sono isolato nelle montagne, nessuno mi ha piu’ visto. Non seppi piu’ nulla di quello che accadde dopo, sulla verità della mia filosofia plutoniana. Io vidi il mondo da un punto di vista di sereno distacco sapendo che il bene alla fine trionfa.

Tutti gli aspetti dell’insieme devono portare ad evolvere, senza giudizi, al tempo opportuno. Luce ed Ombra, bene e male, maschio e femmina, positivo e negativo sono parti dello stesso insieme. Nessuno sbaglia nelle scelte individuali, perchè eventualmente portano verso l’interezza della comprensione. I giudizi morali non hanno significato. Questi sono gli insegnamenti di Plutone che io, Lao-Tzo, cercai di manifestare sulla Terra.

L’intera famiglia dei pianeti imparò molto dalla distruzione di Maldek. Questa tragedia ha avuto alcuni risultati positivi. Prima di tutto, tutti quelli coinvolti sono evoluti e cambiati per sempre. Sono diventati guerrieri pacifici, i piu’ forti avvocati della pace. Lady Athena, per esempio, divenne la dea greca della saggezza pratica. Lei avvertì gli eroi greci di usare l’intelligenza, invece che i muscoli, nelle sfide che incontravano. Molti guerrieri di Maldek si sono incarnati sulla Terra come pacifisti appassionati. Queste sono le donne che non hanno interessi domestici e hanno forti capacità esecutive. Liberate completamente, stanno aiutando la terra a diventare un posto migliore. Nel loro profondo sé, ricordano Maldek. Non vogliono mai piu’ rifare lo stesso errore.

Secondo, abbiamo appreso che la battaglia tra la Luce e l’Ombra non deve mai piu’ arrivare a questi estremi. E’ chiaro che il sistema solare non potrà piu’ permettere un secondo disastro come Maldek. Dopo quello che è accaduto, il Concilio Planetario ha sotto controllo ogni sviluppo che possa portare alla distruzione planetaria. Per esempio, monitora la Terra molto attentamente per prevenire l’uso di armamenti atomici. Gli esseri della Terra possono sterminare ogni vita nella superficie del pianeta, ma il Concilio non permetterà che Madre Terra possa essere distrutta.

Molte forze, esterne ed interne al sistema solare, cercano di dividere e di svegliarci. E’ un invito a superare le nostre differenze e svilupparci in una famiglia di pianeti uniti. La Terra, come Plutone, è un prezioso gioiello unito intorno al Sole. Tutti i pianeti sono perfetti in loro stessi, diventano piu’ forti uniti in uno circolo splendente. Siamo una famiglia di pianeti che è piu’ forte insieme e non in parti staccate. Un giorno noi tutti conosceremo l’unione con la Sorgente Unica e torneremo alla Luce. Fino ad allora, ricordate l’esperienza di Plutone. Lasciate che vi illumini nel vostro viaggio.


IL CONCILIO PLANETARIO

1. HORUS (Antico Dio del cielo, con la testa di falcone dell’Antico Egitto). Rappresenta il Sole, coordina le attività del Concilio Planetario con gli alti esseri intergalattici e il Concilio Cristico.

2. HERMES (antico messaggero degli dei greco) rappresenta Mercurio, dirige le comunicazioni intergalattiche inter-planetarie.

3. ADONIS (giovane della mitologia romana amato da Venere, dea dell’amore) rappresenta Venere, dirige l’evoluzione dell’amore e della bellezza.

4. ENOCH (antico scrittore ebreo) rappresenta la Terra nel Concilio Planetario, dirige le comunicazioni profetiche.

5. CROESUS (re Lydiano della salute, Persia 546 A.C.) rappresenta Marte, coordina il Concilio Planetario con i Maestri Ascesi della Fratellanza della Luce.

6. ATHENA (dea della mitologia greca della guerra e della saggezza), rappresenta la Cintura degli Asteroidi, difende la verità e la giustizia.

7. JOVE (antico re degli dei romano) rappresenta Giove, mantiene in bilanciamento i campi magnetici dei pianeti.

8. ZOROASTRO (prete-riformatore del 6 secolo A.C. che ha portato il monoteismo nell’antico Medio Oriente). Rappresenta Saturno, rappresenta l’ordine, la struttura e il destino.

9. QUETZALCOATAL (antico dio del cielo atzeco), rappresenta Urano, lavora per il cambio religioso e filosofico.

10. MERLINO (alchimista della Corte di Re Artu’, 5 secolo) rappresenta Nettuno, scoperte scientifiche.

11 LAO-TZU (6° A.C. - Filosofo cinese che fondò il Taoismo) rappresenta Plutone.

12. APOLLO (mitologico dio del sole greco) rappresenta La Fenice (Nibiru) il catalizzatore del cambiamento.