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LE ABDUCTIONS ALIENE IN UNA NUOVA PROSPETTIVA: L’IPOTESI
MALANGA -
Del Dott. Giacomo Casale, membro
del Centro accademico studi Ufologici (USAC)
“E’ qualcosa di complesso,
ambiguo, ingannevole, inconsistente, traumatico, fisico e metafisico
senza uno scopo univoco e chiaro. Vi sono schemi e possibilità
diverse, ma nessuna controllabile con sicurezza e chiarezza cosicché
tutti concordino sui fatti, e tanto meno sulla verità complessiva
del programma dell’attività aliena”
(Karla Turner, con riferimento al fenomeno abduction)
Le abductions (o incontri ravvicinati
del IV tipo, secondo la classificazione dell’astrofisico Allen
Hynek), presunti rapimenti di esseri umani da parte di entità
aliene, rappresentano uno dei più interessanti e controversi
aspetti della fenomenologia ufologica.
Il problema venne all’attenzione degli studiosi all’inizio
degli anni 60 del ‘900, allorquando lo studioso statunitense John
Fuller diede alle stampe il volume “The interrupted Journey”
(tradotto in Italia con il titolo”Prigionieri di un UFO”,
Armenia ed.) sull’ormai famosa esperienza dei coniugi Barney e
Betty Hill. Costoro, sottoposti ad ipnosi regressiva dal noto psichiatra
di Boston Benjamin Simon, rievocarono un episodio di rapimento da parte
di piccoli umanoidi, che dopo averli condotti a bordo di un disco volante
li sottoposero ad una serie di “esami medici”.
Il compianto colonnello Philip Corso, alto ufficiale del pentagono e
componente del consiglio per la sicurezza nazionale USA all’epoca
del presidente Eisenhower, sostiene nel suo volume “il giorno
dopo Roswell” che il governo statunitense era a conoscenza dei
rapimenti alieni già negli anni ’50, ma vi sono fondati
motivi per ritenere che tale fenomeno risalga addirittura ai primordi
della civiltà umana.
La scienza ufficiale (come è solita fare quando si trova dinnanzi
a fenomeni che non riesce a interpretare diversamente!) ha tentato di
spiegare le abductions in maniera alquanto semplicistica riconducendole
ad una sorta di patologia mentale (sindrome dissociativa o schizofrenia
psicotica).
Gli studiosi che invece credono che il fenomeno sia ben reale e riconducibile
all’operato di entità esogene al pianeta Terra, possono
essere distinti in due precise categorie:
§ coloro che lo ritengono di matrice positiva (John Mack, Richard
Boylan, Whitley Strieber);
§ coloro che lo ritengono di matrice negativa ( Karla Turner, David
Jacobs, Budd Hopkins, Salvador Frexeido)
I propugnatori della teoria “positivista” credono che gli
alieni rapiscano i terrestri per “ampliarne” la coscienza
e la spiritualità, arrivando in alcuni casi anche a guarirne
le malattie fisiche.
Lo psichiatra John Mack, da poco tragicamente scomparso, riteneva che
gli alieni stanno preparando gli umani prescelti ad una sorta di salto
evolutivo che li aiuterà a sopravvivere in futuro sul nostro
pianeta ormai inevitabilmente avviato verso il degrado e la catastrofe
ambientale.
I “negativisti” invece ritengono che gli extraterrestri
stiano semplicemente sfruttando gli umani per i loro oscuri fini, sottoponendoli
ad umilianti procedure mediche (asportazione di sperma ed ovuli, fecondazione
artificiale di donne terrestri con successiva asportazione del feto,
creazione di ibridi umano/alieni, inserimento di microimpianti etc.).
Secondo il prof. David Jacobs, uno storico della Temple University autore
del volume “The Treat”, gli alieni perseguono un piano ben
preciso: la modifica biogenetica dei terrestri allo scopo di una convivenza
tra umani e alieni sulla Terra. Tale progetto dovrebbe concludersi tra
circa quattro generazioni, quando ormai tutta la popolazione terrestre
avrà subito almeno un’esperienza di abduction. A questo
punto le persone normali diventeranno civili di seconda classe con diritti
molto limitati rispetto agli “ibridi”.
Jacobs individua i veri mandanti di tale sinistro piano nei “grandi
insettoidi” o “Mantidi Religiose” anziché nei
“Grigi”.
L’invasione aliena è pertanto già in corso ed ormai
vi è ben poco da fare per contrastarla!
Karla Turner, compianta autrice del pionieristico “Taken”
(ed ella stessa addotta), manifesta un punto di vista molto pessimistico
non solo sui rapitori alieni, ma anche sul ruolo occulto rivestito dai
militari. Le sue convinzioni sono confermate da altri addotti/investigatori
come Lea Haley e Katharina Wilson.Come già accaduto alla stessa
Turner, esse hanno notato un’apparente sorveglianza militare,
come l’apparizione di elicotteri neri senza insegne prima o subito
dopo le abductions, quasi fosse in atto un tentativo di monitorarle.
Ma anche il ricordo, in molti casi, di essere state portate in basi
sotterranee da team militari, dove talvolta i militari sembravano lavorare
assieme agli alieni.
Altri autori, fra cui spicca lo scienziato austriaco Helmut Lammer,
riconducono le abductions nell’ambito di un programma di controllo
mentale illegale ed esperimenti biologici puramente umani camuffati
da rapimenti UFO che hanno denominato MILAB (Military Abductions of
Alleged UFO Abductees ovvero Abductions militari di presunti addotti
UFO).
Più cauto appare il punto di vista di Budd Hopkins, forse il
pioniere indiscusso dello studio delle abductions. Nel suo bollettino
dell’Intruders Foundation dell’ottobre 1997, alla domanda
“gli alieni sono buoni o cattivi?” fornisce la seguente
risposta:” Non ho visto prove che gli alieni siano cattivi, ossia
malevoli nemici decisi a conquistare. […] Ma d’altra parte
non ho visto prove che gli occupanti degli UFO siano buoni: esseri benevoli
venuti ad insegnarci come amarci l’un l’altro e prenderci
cura di quello che ci circonda. Il loro scopo recondito sembra essere
quello di portare a termine un complesso esperimento di incroci, in
cui essi sembrano lavorare alla creazione di una specie ibrida, un misto
di caratteristiche umane e aliene”.
Il dato certo, semmai, è che, dopo oltre tre decenni di studi
e nonostante le diverse ipotesi avanzate dai ricercatori, i veri motivi
delle abduction restano ancora imperscrutabili. Ma forse dobbiamo dire
fino a oggi…
In Italia il primo ad approfondire seriamente le abductions è
stato il prof. Corrado Malanga, ricercatore del dipartimento di chimica
dell’Università di Pisa.
Il primo caso preso in esame da Malanga fu quello di Valerio Lonzi,
un ragazzo di Genova che fu addotto una notte mentre partecipava ad
un campeggio a Reppia, sui monti del capoluogo ligure.
All’epoca fu il CUN (Centro Ufologico Nazionale) ad incaricare
Malanga di studiare il caso Lonzi (sul quale fu pubblicato dalla Bompiani
il best seller “Gli UFO nella mente” scritto da Malanga
stesso). In tale frangente, Malanga ebbe modo di apprendere le tecniche
ipnotiche descritte dagli autori americani e, con l’aiuto del
dott. Moretti di Genova, le migliorò avvalendosi anche della
PNL (Programmazione Neuro-Linguistica: tale metodologia insegna a capire
il comportamento dell'altro attraverso il suo modo di esprimersi).
Inspiegabilmente il CUN, all’indomani della pubblicazione dello
studio di Malanga, sembrò prendere le distanze da questi, ritenendo
forse le conclusioni cui era pervenuto troppo… “eterodosse”.
Ciò indusse il chimico pisano, dopo 25 anni di militanza in qualità
di dirigente e consulente scientifico, ad uscire dalle fila del CUN,
la cui politica rimaneva ancorata ad un modo anacronistico di “fare”
ufologia, ed a organizzare un nuovo gruppo di collaboratori con cui
proseguire le sue ricerche. Nasceva così lo Stargate Toscana,
tuttora in piena attività.
Le ricerche di Malanga, proseguite ininterrottamente per circa 15 anni,
hanno condotto a scoperte sconcertanti: esistono cinque livelli di interferenza
aliena.
Il primo livello di Interferenza Aliena
descrive l’abduction come un fenomeno invasivo, nel
quale alcuni esseri, di solito piccoli e di colore grigio scuro o nero,
qualche volta blu, prelevano il soggetto e lo conducono in un ambiente
tecnologico dove viene sottoposto ad operazioni chirurgiche su di una
specie di tavolo operatorio; sia nei maschi che nelle femmine vengono
impiantati microchip di controllo. Questo è quanto ci era stato
già descritto dai diversi studiosi americani, ma vi è
di più. Esistono, infatti, almeno dodici razze aliene diverse
che hanno a che fare con l’umanità e, pur impiegando tecniche
differenti, alla fine cercano la stessa cosa.
Ognuna di queste razze ha a disposizione piccoli esseri, definiti genericamente
“grigi” od EBE (Entità Biologiche Extraterrestri),
che possono essere considerati “cyborg”, cioè veri
e propri robot biologici, ottenuti per clonazione.
Esistono diversi tipi di Grigi, i quali vengono descritti in modo simile,
ma possiedono differenti caratteristiche morfologiche, come, ad esempio,
il colore della pelle e l’altezza. esse vengono descritte con
precisione durante l’ipnosi e differiscono a seconda della razza
aliena con cui si ha a che fare.
Quattro, tra le dodici razze aliene
di cui si parla, apparivano presenti sul territorio con frequenza maggiore
delle altre (sono forse le quattro razze stanziali a cui faceva riferimento
il colonnello Philip Corso?).
In realtà secondo Malanga non si dovrebbe parlare di razze, ma,
più appropriatamente, di gruppi di potere.
Del primo gruppo di potere fanno parte esseri che sembrano mammiferi
(mammiferomorfi), alti circa 2,40 m, bianchi di carnagione, bianchi
di capelli, con sei dita nelle mani e con gli occhi chiari (azzurrini)
con pupilla verticale. Questi esseri sono solitamente vestiti di bianco,
portano, appeso al collo, un medaglione rotondo con una specie di simbolo
triangolare e sembrano provenire dal sistema triplo di Sirio (definiti
“siriani”). Non sono mai state segnalate femmine “siriane”
Altri, anche loro di tipo mammiferomorfo, sono biondo-rossicci (i cosiddetti
“biondi”), alti circa 2 m, con pupilla ad andamento decisamente
verticale, cranio allungato, che si assottiglia progressivamente sui
lati partendo dalla fronte (come la prua di una nave), pelle abbronzata,
vestiti con tute blu scuro attillate, con cinque dita nelle mani. La
tuta è caratterizzata da uno stemma a forma di due triangoli
intrecciati, posto sul pettorale sinistro. Anche questi sembrano provenire
dal sistema di Sirio, vengono sempre definiti “belli” ed
hanno le femmine.
Esistono, poi, altri mammiferomorfi, diversi dai precedenti, alti più
degli esseri umani, ma non esageratamente, i quali hanno mani a cinque
dita, sono bianchi di carnagione, dotati di capelli lunghi e bianchi
e si vestono con una veste bianca non attillata. Vengono sempre definiti
“belli” ed hanno le femmine. Questi alieni sembrano provenire
dalla costellazione del Toro (pertanto li chiameremo “tauriani”)
e si differenziano dagli altri due poiché nei loro rapimenti
essi sono i soli ad interagire con gli addotti.
Negli altri casi, invece, dopo
un primo intervento dei “biondi”, subentrano altre entità
.
È dunque evidente che alcuni gruppi lavorano in collaborazione,
mentre altri si fanno semplicemente gli affari loro.
I “tauriani” interagiscono con gli addotti sempre da soli,
ma quando si ha a che fare con il gruppo proveniente da Sirio, sembrano
intervenire sempre per primi quelli abbronzati a cinque dita (i “biondi”),
poi, nel corso della vita dell’addotto, subentrano gli altri.
Sembra, infatti, che i “biondi” dispongano della mappatura
genetica dell’umanità, o comunque sappiano distinguere
gli esseri umani adatti per i rapimenti da quelli che vanno scartati,
perché non possiedono quella “cosa” che a loro serve.
Ancora più in alto, in una informale scala gerarchica, sembrerebbero
esistere esseri molto più antichi, molto alti, vestiti sovente
con abiti scuri attillati, che gli addotti dicono di non aver mai visto
direttamente, ma di aver percepito come se fossero dietro uno schermo
(è quindi difficile stabilirne l’altezza esatta, anche
se, da alcune considerazioni, si stima attorno ai 3 m).
Questi esseri hanno occhi tondi e quasi bianchi e possiedono una appendice
sotto il mento, che li fa assomigliare a uomini barbuti ed è
caratteristica solo dei maschi; le femmine sembrano non possederla.
Per di più sono dotati anche di due ossa scapolari molto pronunciate
che, a chi li vede di fronte, ricordano, erroneamente, grandi ali ripiegate
dietro la schiena. Talvolta è stata notata, al centro della fronte,
la presenza di quello che sembra il loro vero occhio, molto luminoso
(li chiameremo, pertanto, “monocoli”). Le dita, tre più
un dito opponibile, sono sottili ed arcuate come quelle di un uccello.
I “monocoli”, quando si spostano, sembrano dotati di poteri
telecinetici e non stanno qui, ma trasmettono i loro messaggi agli altri
alieni da lontano, con mezzi tecnologici.
Del secondo gruppo di potere fanno parte esseri di natura sauroide (i
“sauroidi”, erroneamente chiamati “rettiloidi”
dall’ufologia contemporanea).
Sembrano esistere due tipi di “sauroidi”.
Il primo e più invasivo tipo è alto circa 2,80 m, ha cinque
dita nelle mani e nei piedi, più, sull’avanbraccio, distante
dalla mano, un’unghia rostrata simile al dito che i gatti hanno
sulle zampe posteriori, ma dotato di una struttura chitinosa molto dura.
La pelle, che sembra sempre umidiccia e traslucida, è di colore
verde-marrone e, vista da vicino, appare dotata di scaglie, le quali,
se esaminate attentamente, si rivelano più morbide del previsto.
La pelle diventa progressivamente rossa nella zona ventrale e nei polpastrelli
delle mani: in tali zone la pelle si fa più sottile e si può
veder scorrere una linfa rossa, soprattutto quando l’alieno sembra
comportarsi in modo disturbato.
Il cranio, sui lati destro e sinistro, è caratterizzato dalla
presenza di due superfici cornee, tondeggianti e poco sporgenti, mentre
al centro esiste una struttura più morbida, sotto la quale si
vede pulsare la linfa; questa struttura sembra una spina dorsale in
rilievo e percorre, bene in evidenza, tutta la lunghezza della testa,
del collo, del dorso e della grossa coda (pertanto chiameremo questi
alieni “draghi”). La grossa e tozza coda viene utilizzata
come terzo punto di appoggio quando il sauroide sta fermo sulle due
corte e tozze gambe. Le dita delle mani e dei piedi sono abbondantemente
palmate.
Disponiamo di pochi dati sulla lingua, che sembra, però, anch’essa
tozza e bifida.
Gli occhi sono dotati di una sotto-palpebra (membrana nittitante) che
scorre in diagonale, dal basso verso l’alto e dal naso verso l’esterno.
Le pupille sono verticali e le iridi cambiano di colore, dal giallo
verde al rosso vivo, a quanto pare secondo l’umore.
Disponiamo di rapporti su “draghi” di varie dimensioni e
Malanga ritiene che questa caratteristica dipenda dalla loro età
e che essi continuino a crescere sempre, senza un vero e proprio limite
massimo. L’aspetto generale viene descritto come quello di un
drago o, a volte, come quello di un “coccodrillo in piedi”,
anche se il viso (o muso?) è arrotondato come quello di un serpente,
con labbra sottili e narici poste in fondo al setto nasale, ma laterali,
piuttosto che frontali come le nostre.
Si tratta di esseri anfibi, tra i quali non si nota la presenza di sessi;
sono sempre descritti insieme ad un’altra specie, apparentemente
loro sottoposta.
Quest’ultima specie è
composta da “sauroidi” senza coda, alti circa 2 m, con pelle
traslucida, occhi a palla che conferiscono rigidità allo sguardo
(definiti “rane”) e denti verticali, lunghi e sottili, che
ricordano la disposizione dei fanoni delle balene. Sulla testa hanno
come dei piccoli corni, che, da lontano, ricordano una capigliatura
a spazzola; si tratta, tuttavia, di molte escrescenze cornee ravvicinate.
Questi esseri sono talmente simili l’uno all’altro da rendere
impossibile identificarne le differenze, anche se se ne vedono diversi
contemporaneamente.
Anche tra di loro non si nota la presenza di sessi distinti.
Del terzo gruppo di potere fanno parte esseri di tipo insettoide, simili
alle nostre mantidi religiose (perciò li chiameremo “mantidi”),
di colore verdastro, con corpo chitinoso. che si muovono quasi camminando
sugli arti posteriori. Gli arti anteriori vengono tenuti come se l’alieno
stesse pregando, quasi con le mani unite; queste hanno tre dita più
un dito diverso (non si sa se è opponibile). La bocca è
piccolissima e la testa, dai grandi occhi scuri, viene spesso tenuta
piegata su di un lato. Non si sa con sicurezza se hanno un altro paio
di piccoli arti intermedi tra quelli superiori e quelli inferiori.
Gli addotti dai “siriani” passano poi, nell’arco della
loro vita, nelle mani delle “mantidi” e quindi in quelle
dei “sauroidi”.
Sembra che gli addotti dai “tauriani” non vengano, invece,
toccati da nessun altro.
Esiste un’altra razza di esseri mammiferomorfi, che risultano
essere non cloni, ma schiavi (così gli addotti sotto ipnosi di
solito li definiscono) dei “sauroidi” .
Si tratta di esseri piccoli (che chiameremo, appunto, “schiavi”),
con la pelle molto rugosa, il collo lungo con i muscoli che flettono
e ruotano la testa (gli equivalenti dei nostri muscoli sternocleidomastoidei)
molto in evidenza, la bocca piccola con labbra di diverso spessore (il
labbro superiore è vistosamente più piccolo di quello
inferiore) e gli occhi scuri ed umidi.
Le dita delle mani sembrano essere cinque (qualcuno, ad onor del vero,
dice che sono quattro,si ritiene più probabile che siano cinque;
in ogni caso non sono sei).
Il cranio a forma di cuore è tipico, infatti è sviluppato
in modo retroverso, ma presenta un avvallamento al centro della fronte,
che scompare gradualmente verso la parte posteriore del cranio stesso.
Le orecchie sono piccole ed un po’ appuntite in alto.
Questi alieni vestono con abiti non attillati e sono alti circa 1,50
m; sono stati più volte confusi con “grigi” o con
altri esseri, incappucciati, i quali prendono il nome di “Javas”.
Attorno agli alieni finora descritti
fluttuano descrizioni di altri esseri con i quali sembra che gli addotti
abbiano meno a che fare.
Il posto d’onore spetta a quelli che l’ufologia americana
chiama “Esseri di Luce”.
Il secondo livello di interferenza aliena
Dagli studi condotti dal team di Malanga è apparso presto chiaro
che i mammiferomorfi avevano un problema che i terrestri potevano risolvergli:
cercavano l’immortalità!
Sotto ipnosi gli addotti che erano venuti a contatto con questi esseri
riportavano, unanimemente, che gli alieni vivevano: “attraverso
di noi, attraverso la nostra mente...”
In questo tipo di addotti esisteva una forte dicotomia cerebrale, che
uno psichiatra avrebbe facilmente interpretato quale schizofrenia acuta;
tuttavia analisi approfondite della personalità dei soggetti
non lasciavano dubbi sulla loro totale sanità di mente. Essi
si sentivano spesso diversi, come se non fossero di questo mondo, avevano
dei flash-back in cui si ricordavano scene di vite passate ed immagini
in cui agivano in un contesto alieno, quasi fossero alieni loro stessi.
Fu subito chiaro che nella loro mente esisteva una zona di memoria ad
acceso negato, in cui erano nascosti alcuni ricordi che riguardavano
scene di vita di un alieno: ne nacque l’ipotesi che fosse reale
ciò che risultava da diverse altre ipnosi, cioè che gli
alieni usavano il nostro cervello come magazzino per i loro ricordi
(in termini informatici, una specie di back-up).
Secondo tale ipotesi gli alieni in questione cercano l’immortalità,
che non possono in realtà raggiungere perché, pur essendo
molto più longevi di noi, muoiono ugualmente. Possono, però,
far sopravvivere tutti i loro ricordi, mettendo nel cervello di un bambino
terrestre tutta l’esperienza dell’intera vita (fino a quel
momento) di uno di loro, eventualmente morto nel frattempo.
Il bambino, col trascorrere degli anni, diventa adulto ed ogni tanto
il suo cervello mostra piccoli segni dell’altra personalità,
creandogli non pochi problemi esistenziali.
La memoria aliena rimane comunque inaccessibile, se non facendo ricorso
ad una specie di parola chiave (simile alla password di un computer),
capace di aprirla e di liberarne il contenuto.
Prima della morte dell’addotto utilizzato per il back-up gli alieni
tornano e copiano tutto il contenuto della sua memoria nel cervello
di uno di loro appena nato.
Costui dispone così subito della memoria, oltre che di quello
terrestre, del suo predecessore alieno e diventa, pertanto, tutt’uno
con lui.
Così la mente sopravvive, anche se il corpo muore, e si ottiene
un surrogato di immortalità.
L’alieno neonato non deve fare esperienza, ricominciando daccapo
tutto il percorso formativo, ed alla fine, per fare un esempio, un alieno
(o meglio la sua mente) vecchio di trentamila anni risulta formato dai
ricordi di sei alieni di cinquemila anni l’uno, più un
numero elevato di memorie di terrestri usati per il back-up.
Il prodotto dell’applicazione dell’idea appena descritta
è una sola mente in evoluzione, che utilizza tanti corpi in successione:
una sorta di pseudo-immortalità che permette agli alieni di conservare
tutte le caratteristiche fondamentali del loro pensiero originario.
Malanga avrebbe constatato che il cervello umano è preferito
dagli alieni come magazzino per le loro memorie, infatti agli addotti,
durante i rapimenti, viene ripetutamente detto che:
“… il vostro cervello è una cosa perfetta: le macchine
si rompono ma i cervelli umani no…”
Ecco, dunque, il significato della frase: “… noi viviamo
attraverso il vostro cervello…” !
L’applicazione di una serie di astuzie ipnotiche ha permesso di
trovare la parola chiave per l’accesso alle memorie nascoste nel
cervello degli addotti, mettendo a disposizione un immenso bagaglio
di informazioni sugli alieni, compresa la loro lingua.
Secondo Malanga il procedimento è collaudato e riproducibile
in laboratorio su qualsiasi addotto. Nella zona di memoria ad accesso
negato di un addotto esistono anche tracce delle memorie dei “carrier”,
cioè tracce dei ricordi delle vite di tutti coloro che avevano
“trasportato” la memoria aliena in precedenza. Infatti nel
cervello degli addotti deve essere presente la memoria di un solo alieno,
composta da tanti frammenti sequenziali, ed inoltre le memorie di tutti
coloro di cui gli alieni si sono serviti per il back-up.
Tuttavia, le cose sono ancora più complesse: altri alieni vanno
molto oltre il back-up della memoria.
Terzo livello di Interferenza Aliena
Negli addotti studiati da Malanga non era mai capitato di trovare memorie
aliene di sauroidi o di insettoidi. Ciò era dovuto probabilmente
al fatto che i cervelli di un rettile o di un insetto non sono compatibili
con quello umano: infatti, quando si trattava di sauroidi od insettoidi,
in ipnosi regressiva si ottenevano racconti di tipo completamente diverso.
Malanga si chiese, all’inizio, cosa sarebbe successo se un addotto
utilizzato per il back-up avesse subito un incidente e fosse morto sul
colpo: gli alieni avrebbero perso migliaia di anni di informazioni e,
con esse, anche uno di loro. Gli alieni effettuavano quindi una copia
del cervello dell’addotto. Tuttavia, per conservarlo in piena
efficienza, devono copiare tutto il corpo.
Il corpo non serve a gran che, ma è necessario per tenere in
vita il cervello, con il suo prezioso contenuto di informazioni di vita
aliena.
Durante le ipnosi regressive compariva talvolta la descrizione della
“stanza della risonanza”, “della stanza delle matrioske”,
“della stanza del cilindro metallico”, tutte definizioni
adottate dai diversi addotti per descrivere la stessa situazione, cioè
il fatto di essere introdotti in un cilindro metallico orizzontale,
dal quale, attraverso una specie di oblò laterale, potevano vedere
formarsi, in tempo reale, un corpo identico al loro all’interno
di un altro cilindro, trasparente e verticale, posto nello stesso locale:
una vera e propria “fotocopia” dell’addotto, comprese
tutte le informazioni contenute nel suo cervello.
La persona coinvolta, di fronte ad una simile visione, perdeva la propria
identità ed aveva sovente crisi psicologiche abbastanza pesanti
da sopportare.
Risultava evidente che uno dei due corpi veniva conservato, per così
dire, “in frigorifero” dagli alieni in luogo sicuro e rappresentava
il back-up di riserva, mentre l’altro veniva riportato nel suo
habitat naturale.
Queste operazioni erano compiute tutte in ambiente sotterraneo terrestre,
in presenza di militari anch’essi terrestri!
La domanda più importante, a questo punto delle indagini, era:
“… ma cosa riportano giù: la copia o l’originale?...”
Noi avremmo tenuto l’originale. E gli alieni?
La memoria della copia e dell’originale erano evidentemente identiche
in tutto e per tutto e non c’era verso di scovare una differenza
che potesse indicare la soluzione al problema.
Tuttavia, a ben vedere, gli alieni avevano un punto debole nella loro
procedura: il cilindro in cui introducevano il povero malcapitato era
orizzontale, mentre quello in cui si formava la copia era verticale.
Dunque, se il soggetto sotto ipnosi ricordava di essere uscito dallo
stesso cilindro in cui era entrato, era l’originale; se ricordava
di essere uscito dal cilindro verticale, si trattava della copia.
Bene: si trattava della copia! (in realtà studi successivi più
approfonditi avrebbero condotto alla conclusione che si tratta dell’originale
– n.d.a.).
Il quarto livello di Interferenza Aliena
Durante la fase di copiatura del corpo dell’addotto, praticata
dai sauroidi, accadeva qualcosa di molto strano. L’addotto descriveva
una sensazione, una specie di vibrazione che percorreva il suo corpo;
c’era tanta luce nel cilindro orizzontale di metallo e poi qualcosa
si staccava e vibrava in aria.
A questo punto l’addotto descriveva la scena dall’alto e
vedeva ambedue i cilindri, uno metallico, orizzontale, contenente l’originale
e l’altro trasparente, verticale, con dentro la copia.
Cos’era questa terza postazione visiva?
Di qui la necessità di sviluppare un set di domande di controllo,
per capire chi stava in realtà rispondendo:
· L’alieno con la sua memoria?
· La copia?
· L’originale?
· Una delle memorie dei carrier?
Il set di domande proposto da Malanga all’addotto era composto
da quesiti molto semplici, del tipo:
Come ti chiami?
Quanti anni hai?
Che giorno è?
Guardati le mani e descrivile…
Ma le risposte erano terrificanti!
Domanda: “Stai guardando in basso?”
Risposta: “… No”
Domanda: “Allora come fai a vedere quello che succede sotto di
te?”
Risposta: “… Non sto guardando in basso, sto guardando contemporaneamente
dappertutto…”
Domanda: “Guardati le mani”
Risposta: “… Non vedo mani”
Domanda: “Guardati il corpo”
Risposta: “… Non ho corpo (perplessità)”
Domanda: “Come ti chiami?”
Risposta: “… Noi non abbiamo nome…”
Domanda: “Quanti anni hai?”
Risposta: “… Cosa vuol dire?…”
Domanda: “Da quanto tempo esisti?”
Risposta: “… Ma da sempre, naturalmente…”
Emergeva, così, l’esistenza di esseri che si definivano
“matrici di punti di luce”, che vivevano “tra un tempo
e l’altro” e si autodefinivano l’”ANIMA”
degli esseri umani!
Quella cosa che, possedendola, conferisce la VITA ETERNA! Già:
proprio quella che cercavano gli alieni… .
L’attenta analisi di questi eventi fece capire a Malanga, nell’arco
di circa un anno, che gli alieni sauroidi, non potendo utilizzare la
mente umana come i mammiferomorfi, tentavano di catturare la nostra
matrice di punti di luce e di utilizzarla per i loro fini. Ma, per fortuna,
risultava anche che essi non ci riuscivano, a causa di una incompatibilità
di tipo biogenetico tra loro e la nostra anima.
L’anima era perfettamente cosciente di questi tentativi e non
li gradiva per nulla, ma non poteva fare niente per impedirli.
Durante l’ipnosi emergeva la descrizione di strani campi di forza,
che trasportavano l’anima dentro il corpo di un sauroide, ma l’unione
durava per un tempo brevissimo, poi avveniva il distacco totale ed irreversibile,
con relativa frustrazione dell’alieno che non era riuscito, ancora
una volta, a collegarsi permanentemente con la matrice di punti di luce,
diventando un tutt’uno con essa.
Nel nostro DNA esiste, infatti, qualcosa che ci rende compatibili con
la nostra anima, come asseriscono, interrogate a tale proposito, le
menti aliene inserite nei cervelli degli addotti: in fondo si tratta
soltanto di chiedere alle menti aliene, attivate mediante l’adatta
password, i contenuti delle loro memorie. È come guardare, senza
farsi vedere, nelle carte segrete degli alieni.
La compatibilità del nostro DNA con l’anima chiarisce perché
gli alieni stiano tentando, con sperimentazioni genetiche, di utilizzare
il nostro DNA: stanno evidentemente tentando di modificare il loro DNA
per renderlo simile al nostro, cioè compatibile con quella cosa
che comunemente viene chiamata “anima”.
L’anima, interrogata su come stessero le cose, era chiarissima:
gli addotti, oltre ad altri requisiti, hanno l’anima, che altri
esseri umani non possiedono.
Inoltre l’“anima”, non l’hanno mica tutti gli
uomini, bensì solo una minoranza degli esseri umani! (tra il
30 ed il 50%)
Infine Malanga ha scoperto che l’anima, una volta estratta dall’originale,
non essendo compatibile con il corpo dei sauroidi, veniva installata
nella copia dell’addotto, quella nel cilindro verticale, che veniva
poi riportata nell’habitat originale (come già ricordato
sopra è l’originale ad essere riportato indietro- n.d.a).
“Dunque - afferma Malanga - l’addotto era sì una
copia, ma una copia-originale, alla quale non mancava nulla. Chi, a
questo punto, si trovava con qualcosa in meno era proprio l’originale.
“L’anima non si può copiare”, dicevano le matrici
di punti di luce da noi interrogate.
… Gli alieni lo sanno e cercano di usare le vostre, ma devono
modificare il loro DNA… dicevano gli addotti durante l’ipnosi.
Tutti i nostri addotti dicevano le stesse, identiche, cose; tutti, senza
alcuna eccezione!”
Così prosegue Malanga: “ecco qual era il segreto dell’albero
della vita, della Kabbala ebraica, della costruzione della copia dei
Faraoni egiziani, della Kundalini indiana e di tutte le sette, anch’esse
più o meno segrete, che perpetuano la ricerca del cosiddetto
Santo Graal.
Tutto diventava molto semplice: qualcosa, all’interno del nostro
DNA, era la sede della vita eterna e gli alieni, desiderosi di raggiungerla,
la cercavano su di noi, che non sapevamo nemmeno che qualcosa del genere
potesse esistere.
L’Albero della Vita del mitico Paradiso Terrestre, simboleggiato
da molti glifi scolpiti nei campi di grano inglesi… ecco cosa
cercavano gli alieni in alcuni, e solo in alcuni, di noi!”
Il quinto livello di Interferenza Aliena
Sotto ipnosi sono emerse inoltre, dalle menti degli addotti, tracce
di ricordi di vite di esseri alieni completamente diversi da noi: esseri
di luce, di natura diversa, esseri che, seppur molto longevi, sono mortali
perché, si è saputo dalle “matrici di punti di luce”,
che in tutto il creato solo il Creatore ed una parte degli esseri umani
possiedono l’anima.
Questi Esseri di Luce sono, probabilmente, quelli che la nostra cultura
mitologica definisce “spiriti immortali” e controllano gli
alieni che producono il fenomeno dei rapimenti, i quali, a loro volta,
controllano i “cyborg” Grigi, che controllano l’umanità
intera.
Emerge pertanto l’esistenza di diversi tipi di esseri umani:
1. Corpo con mente.
2. Corpo con mente ed anima.
3. Corpo con mente e spirito, senza anima.
4. Corpo con mente, spirito ed anima
Diventano, così, comprensibili addirittura certi fenomeni che
la Chiesa descrive come possessioni diaboliche, che avverrebbero quando
una persona non gradisce la presenza, dentro di sé, di un “Essere
di Luce” parassita e negativo.
A volte, invece, abbiamo forse a che fare con entità più
positive, che vivono in simbiosi con l’anima di chi la possiede:
infatti lo spirito od essere di luce preferisce stazionare nei corpi
di persone dotate di anima, perché in quel modo può sfruttare,
per così dire, l’”energia” dell’anima
e non invecchiare, essendo la matrice di punti di luce priva di dimensione
temporale, e pertanto eterna!
Tutti questi esseri vogliono l’anima, perché sono tutti
mortali e tutti la vengono a cercare nell’unico posto dell’Universo
dove, forse per sbaglio, essa esiste.
A parere di Malanga “il quadro qui tratteggiato per la prima volta
a memoria d’uomo possiede il pregio di spiegare tutti gli avvenimenti
storico-politici degli ultimi anni, oltre che tutti quei fenomeni sui
quali la scienza e la religione danno indicazioni decisamente confuse,
ci permette di reinterpretare alla luce di questi dati tutta la storia
antica, le antiche leggende e gli antichi miti, ci consente di capire
quale sia la vera natura dell’essere umano e getta luce sui confusi
tentativi passati di stabilire l’esistenza di entità mai
ben definite, le quali dal mondo dell’esoterismo più profondo
fino agli attuali fenomeni inspiegati della mente umana, pretendono
di essere riconosciute definitivamente.
Da un punto di vista politico si può capire perfettamente quale
sia stato il ruolo delle potenze mondiali nel gestire, a nostra insaputa,
il problema alieni sul nostro pianeta, infatti ogni volta che, durante
l’ipnosi, ci si trova di fronte all’esecuzione delle copie,
ciò avviene sempre in un ambiente tecnologico sotterraneo, in
presenza sia di sauroidi che di militari terrestri.
Nel caso dei nostri addotti (tutti italiani) i militari erano stranamente
sempre francesi, come abbiamo avuto modo di scrivere in precedenza.
Le menti aliene inserite nel cervello dei nostri addotti descrivono
un quadro politico sconcertante, in perfetto accordo con quella parte
di ufologia moderna che prende il nome di Cospirazionismo, secondo la
quale gli alieni e i nostri governanti, in un certo momento della nostra
storia, hanno stretto un patto di alleanza all’insaputa dell'intero
pianeta.
Il quadro politico descritto è il seguente.
Quando, nel 1947, a seguito della caduta di uno o più ufo nel
deserto del New Mexico, gli americani si resero conto che esistevano
gli alieni, alcuni di questi contattarono il governo degli Stati Uniti,
proponendo un accordo che riguardava la possibilità di utilizzare
esseri umani a scopo non solo riproduttivo, ma per estrarre dai malcapitati
quella parte di loro definibile come anima, che avrebbe garantito agli
alieni la vita eterna.
Gli alieni di tipo sauroide, in cambio, consegnarono conoscenze tecnologiche
destinate ad essere utilizzate, ora ed in futuro, soltanto dalla ristretta
cerchia di coloro che detengono il potere, insieme ad un bagaglio di
anime che sarebbe servito ai nostri “signori” per conseguire
la vita eterna.In altre parole il prezzo per la collaborazione dei nostri
governanti veniva pagato consegnando loro anime appartenenti alla popolazione
che le possedeva: i sauroidi avrebbero, col tempo, trovato il metodo
giusto per togliere l’anima a chi l’aveva e per utilizzarla
al fine di raggiungere l’eternità, consegnando ai “signori”
della Terra, alcune anime in cambio dei favori ricevuti. Il processo
di collegamento permanente con anima prevede di non morire più
veramente, ma di vivere in eterno, perfettamente consapevoli, in un
corpo compatibile che viene periodicamente “aggiornato”.
Secondo l’accordo nel frattempo i nostri governanti collusi con
gli alieni sauroidi avrebbero dovuto fare in modo che i terrestri non
si accorgessero di nulla. L’unico modo possibile per gestire in
eterno il potere sugli umani era di farli diventare come zombie, cominciando
a convincere la popolazione, attraverso quel processo politico che oggi
viene definito Globalizzazione, che tutti, fin da piccoli, devono farsi
installare un microchip nel cranio.I pretesti sono molteplici e credibili:
“Il microchip vi aiuterà a sopravvivere, perché
dentro di esso ci saranno tutti i codici personali; vi si apriranno
automaticamente tutte le porte, potrete pagare senza fare il minimo
sforzo e senza rischiare furti, all’ospedale avranno immediatamente
la vostra cartella clinica e potranno prolungare (di un po’) la
vostra esistenza, e così via. Naturalmente, senza il microchip
non potrete fare neppure un’operazione bancaria. Sarete “OUT”,
fuori dal mondo.”Ovviamente non sarà dichiarato che il
microchip in questione, senza che ve ne accorgiate, vi dirà come
e per chi votare, quando fare l’amore, quando dormire, quando
e cosa sognare.I brevetti di questi microchip sono purtroppo già
stati concessi, tutti i circuiti elettronici necessari stanno nello
spazio di 2,5 x 2,5 millimetri ed in essi sono contenute le istruzioni
occorrenti per poter effettuare alterazioni della coscienza umana; per
di più il chip, una volta inserito nel corpo umano, si autoalimenta.Tra
le organizzazioni che, in collusione con i sauroidi, vogliono trasformare
la Terra in un immenso videogioco, si trovano implicate, con i propri
adepti di massimo livello, svariate società segrete: dal Gruppo
di Tule alla Golden Dawn, dall’Ordine dei Templari al Club of
Rome ed ai Rosacroce.Sono coloro che gestiscono le banche, le fonti
energetiche ed un certo tipo di politiche sociali e religiose: essi,
utilizzando servizi segreti e forze militari, produrranno il lento passaggio
dell’uomo dallo stato di libero pensatore a quello di schiavo
imbecille. Tutto ciò che veniva da anni confusamente comunicato
da alcuni rivelatori era, quindi, assolutamente vero!”.
“Ancora una volta – conclude Corrado Malanga - la collusione
tra poteri religioso, politico ed economico sta producendo un cocktail
micidiale per l’essere umano, che si trova in balia non solo degli
alieni, ma anche dei propri “signori” corrotti e collusi,
coloro che vogliono la Globalizzazione a tutti i costi per poter continuare
a vivere e comandare in modo privilegiato, come nel vecchio film di
fantascienza intitolato Zardoz”.
Tempo fa, in vista della stesura
del presente articolo, ho posto al prof. Malanga alcune domande sulla
sua teoria delle interferenze aliene. Le riporto di seguito con le relative
risposte.
Casale: domanda – Corrado,
hai spesso affermato che i grigi (le cd. EBE) sarebbero dei robot biologici
al servizio delle varie razze aliene: questo significa che non esistono
come razza autonoma e distinta?
Malanga: risposta - Di grigi ce
ne sono molti tipi. Alcuni sono esseri biologici, forse qualcuno di
quelli più alti, non lo sono… ma francamente non lo sa
nessuno. Questi esseri più alti forse sono rettili anche loro...
Casale: d. – In base alle informazioni ottenute dai rapiti tramite
ipnosi regressiva, gli alieni di tipo umano utilizzano il cervello dell’addotto
come database per le loro memorie da trasferire, alla morte di questi
ultimo, in un alieno appena nato. Ma se la vita di un alieno è
molto più lunga di quella di un essere umano, che utilità
pratica può avere questo procedimento? Fino a quando non muoia
un alieno, la sua memoria dovrebbe essere immagazzinata in centinaia
di esseri umani (che hanno una vita più breve) prima di essere
riutilizzata e quindi trasferita nell’erede dell’alieno
defunto. Vorrei qualche chiarimento su questo punto.
Malanga: r. - In effetti è
così. Non si deve credere che la vita degli alieni sia così
drasticamente più lunga della nostra. Ammettiamo che si aggiri
sui mille anni ci vogliono dieci, undici, dodici al massimo persone
fino alla prossima reincarnazione...
Casale: d. - Le operazioni aliene
vengono compiute in ambiente sotterraneo terrestre in presenza di militari
terrestri: qual’è il motivo? Perchè ad esempio non
avvengono tutte in ambiente astronave?
Malanga : r. - In ambiente sotterraneo
si costruiscono le copie degli addotti e si sganciano le anime dai loro
corpi. I militari assistono perchè sono il braccio armato del
potere degli industriali terrestri che non avendo anima sperano di averne
alcune per loro alla fine dei giochi.
Casale : d. - Per “spirito”
intendi unicamente l’essere di luce che parassita l’essere
umano, oppure una componente innata di quest’ultimo? E se è
una componente innata dell’uomo, in che cosa si differenzia dall’anima?
Malanga: r. - L'essere di luce
è un alieno parassita fatto di “mente” e “spirito”
ma non di “corpo” ed “anima”. Lo “spirito”
è una parte dell'essere umano basato su coscienza tempo e energia
potenziale. L'”anima” ha coscienza spazio ed energia potenziale.
Casale: d. - Se i sauroidi linkandosi
all’anima umana possono divenire immortali, perchè lo stesso
non avviene agli esseri umani che vi sono già collegati?
Malanga: r. - L'essere umano risulta
solo parzialmente linkato all'anima e questo produce il distacco dal
corpo quando questo muore. Il corpo non morirebbe se tutti gli assi
dell'anima fossero in risonanza con il resto del corpo, come era nell'uomo
primo creato.
Casale: d. – Qual è
il significato delle descrizioni che fanno i rapiti di scenari catastrofici
(terremoti, onde gigantesche etc.) mostratigli dagli alieni? Sono una
visione del nostro futuro? (l’alieno Jarod avrebbe riferito al
rivelatore Dan Burisch che nel 2012 vi sarà una grande catastrofe
che cambierà la faccia del nostro pianeta).
Malanga: r. - La catastrofe attesa
sarà un crollo dei mercati internazionali ed avverrà molto
prima del 2012. Servirà a distrarre l'uomo dal problema alieno
poichè l’essere umano comincia a capire, allora farà
in modo che l'uomo pensi alla sua sopravvivenza, così non avrà
più tempo per pensare alla sua anima e gli alieni potranno finire
le loro sperimentazioni sulla modificazione della razza dei serpenti.
Casale: d. - Secondo te gli alieni
che sfruttano la specie umana sono dei rinnegati delle rispettive razze
(dei criminali spaziali, per così dire) che agiscono all’insaputa
delle loro stesse autorità ?
Malanga: r. - Gli alieni che vengono
qui sono i loro militari.
Casale : d. - Infine, vi è
la possibilità che esistano anche alieni disinteressati che non
vengono sulla Terra solo per sfruttare l’umanità? O tutti
i contatti di tipo pacifico (v. Adamsky, Meier etc.) sono da prendere
con le pinze?
Malanga: r. - Se gli alieni disinteressati
esistono, sono appunto disinteressati e di noi se ne fottono!
Il merito principale dell’ipotesi
del prof. Malanga, a parere di scrive, consiste nell’aver fornito
un’interpretazione del fenomeno coerente e che tiene conto di
tutti i suoi numerosi e variegati elementi (gli esami medici, gli impianti,
la creazione di cloni dei rapiti ecc.), che, se considerati singolarmente,
sembrano spesso condurre a risultati inconcludenti.
È doveroso aggiungere, inoltre, che il concetto di “anima”,
con riferimento alle abductions, è già stato trattato
da altri studiosi d’oltreoceano. Il controverso fisico Bob Lazar,
ad esempio, riferisce di aver letto in un dossier del governo USA che
gli alieni considerano gli umani semplici “contenitori”
di anime.
Anche gli studiosi Linda Hove e Ray Fowler condividono simili visioni
di altre realtà, sia fisiche che spirituali. Fowler in particolare
ritiene gli UFO un fenomeno di natura parafisica, ossia che trascende
l’Universo così come noi lo conosciamo, nelle sue definizioni
di spazio-tempo; nel suo volume “The Andreasson Legacy”,
riporta l’esperienza dell’addotta Linda Porter, la quale
è testimone di una operazione ai limiti della realtà :
il trasferimento di un’anima da un corpo contenitore ad un altro.
Secondo gli alieni stessi, non dovrebbero essere loro a fare cose del
genere, che anzi eseguono di nascosto rispetto ad una “forma di
vita superiore” che non permette tali interferenze con la vita
umana: lo fanno perché si sentono obbligati per motivi poco chiari
(ma che per Malanga sono, come abbiamo visto, invece chiarissimi).
Simili teorie solo fino ad un decennio fa venivano relegate dagli ufologi
“seri” nel limbo del cosiddetto “Folklore ufologico”,
ovvero delle notizie sensazionalistiche e difficilmente verificabili,
ma forse è ormai giunto il momento per l’Umanità
tutta di ampliare le proprie ristrette vedute materialistiche e di ammettere,
finalmente, che qualcosa di estremamente inquietante sta interferendo
con le nostre vite.
Fonti:
§ Corrado Malanga – Luciano Pederzoli: “Abduction-scenario”
su www.sentistoria.org
§ Corrado Malanga : Gli UFO nella mente” - ed. Bompiani
§ www.ufomachine.org
§ John Mack : “Rapiti” - ed. Mondatori
§ Karla Turner : “Rapite dagli Ufo” - ed. Mediterranee
§ John Fuller : ”Prigionieri di un UFO” Armenia ed
§ Gildas Bourdais : “Gli Alieni: chi sono e cosa vogliono?”
– Dossier Alieni n. 18 Maggio/Giugno 1999
By Dott. Giacomo Casale
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